Piperno Ristorante dal 1860
RISTORANTE
PIPERNO
dal 1860 i piatti tradizionali della cucina romana
PASTA FRESCA
dal 1860 i piatti tradizionali della cucina romana
PRODOTTI SCELTI DI PRIMA QUALITÀ
dal 1860 i piatti tradizionali della cucina romana
UNA LOCATION ESCLUSIVA
nel cuore del ghetto ebraico
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Ristorante Piperno a Roma dal 1860

Cucina Tradizionale Romana

Situato nel centro di Roma, in una piazzetta intima, Ristorante Piperno offre da tre generazioni i piatti tradizionali della cucina romana e una selezione di vini e distillati.
Tra le specialità della casa carciofi alla giudia, filetti di baccalà, pasta fresca tirata a mano, coda alla vaccinara, trippa alla romana e tanti altri piatti della cucina tradizionale romanesca.

Cucina Tradizionale Romana

Lo scopo di questo sito è di far conoscere in maniera più approfondita il nostro lavoro che quotidianamente si traduce nei piatti, nella cura e l’attenzione con cui li proponiamo alla nostra clientela.

Pierpaolo Boni

Specialità della casa

Per consentire ai visitatori una completa consultazione del nostro sito web, abbiamo pensato di introdurre una sezione dedicata al menù e alla lista dei vini completi di descrizioni e prezzi.
Prepariamo piatti con prodotti freschi di stagione appositamente selezionati per i nostri ospiti.

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Una storia fatta di tradizione

Cucina Tradizionale Romana

Ristorante Piperno a Roma dal 1860 cucina tradizionale romana

CENNI DI STORIA

Dobbiamo assegnare alla famiglia Piperno il merito di aver fondato il più caratteristico e antico luogo di ristorazione nel Ghetto che, dal 1963, è gestito dalle famiglie Mazzarella e Boni e dove per tutto l’anno, oltre ai tipici piatti della cucina Romana, possiamo gustare i famosi, appetitosi e unici Carciofi alla Giudia.

È notorio che non c’è angolo di Roma dal quale non promani un particolare fascino derivante dalla sua suggestiva storia millenaria. Chi sale, per esempio, su questa silenziosa e appartata piazzetta detta – Monte de’ Cenci, sappia che la sua modesta altura è formata dalle rovine del lato ricurvo del circo costruito nel 221 a.C. dal censore Caio Fiaminio.

E non basta; una lapide posta su di una casa nei pressi di questo “Monte” in via San Bartolomeo dei Vaccinari, ricorda dove nacque, da un tavernaio e da una lavandaia, il tribuno romano Cola di Rìenzo. Nel secolo XVI era questo un verde terreno elevato degradante verso il fiume Tevere, allorquando la celebre famiglia Cenci vi costruì il suo vasto palazzo, articolato in quattro corpi di fabbrica, che sostituì le antiche case dei Crescenzi.

Il palazzo ha una delle minori facciate su questo piccolo largo dove ora voi vi trovate, che si eleva a torre mozza e si collega ad angolo retto con l’altra fiancata che chiude la piazzetta. A destra sorge la chiesetta, ora in restauro, intitolata a San Tommaso, eretta nel secolo XII da un vescovo Cenci e poi rifatta più volte. L’ultimo suo rifacimento nel 1575, fu eseguito a cura del famigerato Francesco Cenci che, nella cappella a sinistra dell’altare maggiore predispose la sua tomba.

Com’è noto, egli fu ucciso dai due figli Giacomo e Beatrice nel castello della Petrella, nell’alta Sabina ove rimase il suo corpo. I parricidi vennero condannati alla pena capitale l’11 settembre 1599 e in questa chiesetta furono sepolti i resti mortali di Giacomo, mentre il corpo di Beatrice giace in San Pietro in Montorio.